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No alla vivisezione

Vivisezione: cosa dicono le statistiche?

Secondo le statistiche ufficiali (spesso inattendibili per difetto) solo in Europa la vivisezione comporta trattamenti medici traumatici su circa 12 milioni di animali all’anno, con il decesso accertato di circa 1 milione di essi. 17 milioni sarebbero gli animali sacrificati ogni anno nei centri di ricerca degli Stati Uniti. In Italia risulta che ogni anno oltre 1 milione di animali vengano impiegati per fini scientifici o sperimentali.
Dai dati forniti dal Ministero della salute, e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, sugli animali utilizzati in Italia per fini scientifici o sperimentali emerge una barbarie legalizzata. Tra il 2001 e il 2003 questi sono stati ufficialmente 2.735.042. In particolare 923.594 nel 2001; 924.889 nel 2002; e 886.559 nel 2003. I numeri sono peraltro parziali perché dall’elenco del Ministero mancano i numerosissimi casi illeciti, nonché tutti i casi relativi a informazioni “che rivestono un particolare interesse commerciale”. Ad esempio, il ministero non dà conto di tutti gli animali utilizzati per gli esperimenti delle case farmaceutiche. Non vengono poi contati gli animali geneticamente modificati che nascono sofferenti a causa della manipolazione genetica e magari muoiono poco dopo senza mai essere usati o che nascono morti. Una stima più realistica fa quindi pensare che gli animali soggetti a vivisezione nel periodo 2001-2003 siano stati più di 3 milioni e 500.000, e che almeno 45.000 animali muoiano ogni anno sfigurati da rossetti, intossicati da profumi, bruciati da creme o saponi, tormentati da elettrodi e sonde infilate nel cranio.

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