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No alla vivisezione

Le sperimentazioni sostitutive e l’antivivisezionismo scientifico.

L’analisi effettuata dalla LAV su centinaia di protocolli sperimentali inviati al Ministero della salute prima di apprestarsi a svolgere esperimenti su animali mostra un grave inadempimento da parte degli utilizzatori. Infatti non uno di tali protocolli riporta una relazione dettagliata sul perché nel caso specifico non si possa ricorrere a metodi alternativi alla vivisezione (e sostitutivi),  come ad esempio la sperimentazione su culture cellulari. Eppure, come risulta dal rapporto LAV 2004, emerge un importante dato: il 40% degli animali viene ucciso col solo scopo di allestire colture cellulari; se al posto di questi venissero impiegati tessuti umani provenienti da biopsie, interventi chirurgici di vario tipo o da cadavere, si risparmierebbe la vita a migliaia di animali ogni anno.
Naturalmente, sulla necessità della vivisezione ciascuno è libero di pensarla come crede. Ma a favore di un suo progressivo abbandono esiste un dato scientifico incontrovertibile: oggi vi sono e vengono continuamente studiate sperimentazioni alternative a quelle sugli animali. Dal 2003 anche l’Italia è dotata di un organo per la diffusione di metodi alternativi.

Si tratta dell’IPAM (Italian Platform on Alternative Methods) costituita da quattro aree di interesse: istituzioni, industria, mondo scientifico, organizzazioni animaliste. Il suo scopo è quello di dare impulso all’ulteriore sviluppo di metodi alternativi alla sperimentazione animale in Italia. Esiste quindi una istituzione nazionale, attraverso la quale è possibile incoraggiare finanziamenti che vadano a sostenere una ricerca alternativa a quella che per buona parte viene impiegata su esperimenti su animali. Attualmente sono stati validati dieci test alternativi, di cui alcuni totalmente esenti dall’impiego di animali (replacement) applicabili ai test chimici. Altri prevedono un impiego di animali molto ridotto (reducement) con l’applicazione di tecniche meno invasive. Tra i metodi scientifici più significativi occorre citare le colture cellulari: le cellule possono essere ottenute sia dai tessuti sani sia patologici e una volta messe nel terreno di coltura possono continuare la loro attività per parecchi mesi. Importanti sono poi i metodi non biologici come epidemiologia e statistica.
Accanto ad un puro antivivisezionismo etico, si è dunque ormai affermato anche un forte ed autorevole antivivisezionismo scientifico. Questo si sforza di dimostrare che i test effettuati su animali, oltre che inutili e cruenti, spesso sono fuorvianti, in quanto spesso offrono risultati inattendibili. È infatti ragionevole presupporre che animali di specie diverse risponderanno in modo diverso ad un dato stimolo, trattamento o somministrazione. Se ogni specie animale è biologicamente, fisiologicamente, geneticamente e anatomicamente differente dalle altre, allora anche presso la comunità scientifica la validità della vivisezione non può sempre essere considerata come un dogma assoluto. Le profonde difformità tra noi e le specie animali sottoposte a vivisezione, possono quindi causare anche gravi errori, proprio ai danni dell’uomo.

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