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Dalla loro parte

La storia di Lollo: riflettiamo bene prima di prendere un animale.

A volte l’Egoismo si maschera così bene da Amore, a tal punto da farci credere che quello che vogliamo infinitamente non è un capriccio ma è un nostro forte desiderio.

La storia di Lollo ci insegna questo. Tante comparse e due soli protagonisti: un cane e Nicola, il suo salvatore.

Incontro Nicola nel tardo pomeriggio, arriva in anticipo, e quando lo vedo correre con Lollo che scodinzola contento verso di me, mi affretto a raggiungerli.

Nicola per lavoro fa il lavapiatti in un ristorante, non ha molti soldi in tasca perché si mantiene da solo gli studi e una casa in affitto con altri studenti. Un classico studente fuorisede, con la differenza di aver salvato un cane dall’egoismo di chi voleva un cane senza sapere che dopo due giorni non l’avrebbe più voluto.

“Igor voleva un cane, lo diceva da un mese, solo i cani potevano capirlo”, – esordisce Nicola – “e una mattina, visto che si era intestardito, lo accompagno nella sua avventura, anche se io glielo avevo detto, che avere un cane non è un impegno piccolo. Poi conoscendolo, vivevamo insieme già da due anni, sapevo che se Igor si mette in testa una cosa è quella, senza  pensarci troppo.”

La mattina i due ragazzi si recano al canile della Muratella a Roma, guardano i musi dei cani dietro le gabbie, ma Igor sembra non colpito da nessun cane in particolare, gira e rigira avanti e indietro. Allora, una volontaria dispiaciuta gli fornisce alcuni numeri di privati che forniscono cani di cui devono “disfarsi”.

Nicola, brevemente mi racconta la storia, sottolineando la fretta che Igor mostrava nel voler entro la giornata un cane, un desiderio irrefrenabile, quindi dopo aver telefonato al numero datogli dalla volontaria, prendono appuntamento da lì a un’ora per vedere il cane. La casa si trova all’Infernetto, vicino al mare, una bella villetta, giardino grande, e una bella famiglia, ma quale è il problema?

La madre lavora sempre, il padre lavora sempre, e i figli sono sempre impegnati tra scuola e hobbies vari, e quindi il cane è sempre solo. Lollo, così si chiama il cane, va incontro ai due ragazzi, seguendo impaurito la padrona e si presenta da solo con il suo musetto simpatico. Igor e Nicola cercano di fargli le coccole, che il cane diffidente non lascia farsi.

I due ragazzi cercano di far confidenza con Lollo, e dopo due ore, di attesa e di chiacchierate varie, esaurite le parole, finalmente il cane riesce a tranquillizzarsi, quindi Igor decide di portarlo subito via: Lollo sale in macchina ed ora è contento, non gli manca la sua famiglia, la sua casa, avendo capito, che quel ragazzo è il suo nuovo padrone. Anche Igor ora è contento, sembra aver realizzato il suo desiderio.

Lollo, che ancora non ha un chip, ha appena ricambiato vita. Claudia, la signora che ha dato via il cane, è una donna gentile e consapevole, che in seguito si informa sullo stato di Lollo nella nuova casa, andandolo a trovare per ben due volte.

“L’aveva trovato intorno ai due mesi, abbandonato, malmenato e malnutrito in mezzo a una strada. Pensò subito di metterlo in salvo portandolo a casa sua, sapendo però che il cane, con il ritmo di vita frenetico della propria famiglia, si sarebbe sentito solo”.

Nicola mi sottolinea le parole della signora Claudia – “Intanto lo salvo, poi vediamo”.

Ma il desiderio di Igor era puro egoismo: voleva un cane per una delusione d’amore, infatti voleva colmare un vuoto che la sua fidanzatina gli aveva arrecato già da un mese, per averlo lasciato.

Per Igor il primo giorno con il suo cane è una novità, ma si accorge ben presto che i cani hanno bisogno di molte attenzioni: “fammi mangiare, portami a fare i bisogni, fammi giocare”. Il secondo giorno non è più una novità per Igor, ma un dramma: il cane abbaia, ha sempre fame, vuole sempre andare a fare le passeggiate. Lui è semplicemente un ragazzo di soli ventidue anni, deluso, e evidenzio con sarcasmo, abbandonato dalla fidanzatina, il quale deve studiare, andare a lezione, e pulire la casa che divide con altri ragazzi studenti, poiché il suo cane, che non porta mai in giro, fa i bisogni dove capita. Avere un cane è impegno troppo grande che non vuole più.

L’appartamento è frequentato anche da “zia Federica”, l’amica di casa, che insieme a Nicola prende a cuore Lollo. Il terzo giorno, era il 4 dicembre 2009, infatti, iniziano i litigi contro Igor. Ma la situazione non cambia per quasi un anno. Nicola comincia a socializzare con Lollo, lo porta in giro per il gusto di passeggiare con un cane. Lollo stravede per lui, che non è il suo padrone, ma un vero amico. La “zia Federica” quando sa che Nicola va a lavoro si precipita da Lollo, per farlo mangiare e per non farlo sentire solo, e gli fa da mamma.

Nicola dispiaciuto mi racconta la faccenda – “Igor gli metteva solo da mangiare, quando partiva in vacanza lo lasciava a casa, non gli aveva ancora messo il micro chip, non pensava mai al suo cane, io allora non ci ho visto più, abbiamo avuto una forte discussione, Igor mi urlava – “quando al cane gli dai da mangiare, puoi fare come ti pare!” – Era il dicembre 2010, io gli risposi: “se è una questione di soldi il cane è mio!”

La soddisfazione più grande per Nicola è che il 21 dicembre del 2010, e sottolinea le date, dopo poco più di un anno esatto dal litigio con Igor, ha fatto il chip di Lollo a nome suo.

Lollo ne ha cambiati di padroni, ma sicuramente ora è in buone mani.

Nicola porta il suo Lollo ovunque, è un figlio per lui, quando prende il treno per Caserta, quando deve ritornare dai genitori, la gente si sofferma a guardare i due, che si abbracciano accoccolati, notando la stima che Lollo ha per Nicola, e il grande amore che Nicola ha nei confronti di Lollo. Una meravigliosa simbiosi.

“La vita mia è condizionata da Lollo, a costo che devo lavare i piatti dalla mattina alla sera,  a ‘sto ragazzo, – indica il suo cane, che ricorda il lapinkoira –  non deve mai mancare nulla. I soldi che guadagno sono pochi ma io me li faccio bastare”.

Saluto Nicola, ringrazio Lollo.

Ecco perché riflettere bene prima di prendere un animale è essenziale.

 

By antonella tomassini

sono vegan e son contenta

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