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Dalla loro parte I vostri articoli

Per loro non c’è Memoria.

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Ricorre in questo periodo il Giorno della Memoria, l’anniversario della liberazione di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio del 1945. Un orrore, quello messo in atto dalla follia nazista, attecchito e cresciuto come un fiore tenebroso nel cuore della civilissima Europa, non nel Medioevo, ma nel 900. In fondo non moltissimo tempo fa.

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Dalla loro parte I vostri articoli

Noi e loro.

Spesso, se mi soffermo troppo a pensare, mi sento in colpa. In colpa per essere nata essere umano, nella parte benestante del mondo, e poter quindi vivere sicura e libera, e decidere più o meno della mia esistenza.
Se fossi nata di un’altra specie probabilmente alla mia età non ci sarei nemmeno arrivata, mi avrebbero ammazzata prima, e senza neanche troppi riguardi, tanto sarei stata niente più che un prodotto, un cibo che ancora cammina. Avrei vissuto prigioniera, in un posto gradevole se mi andava bene, o magari neanche quello, e sarei cresciuta in un box in un capannone e non avrei mai visto la luce del sole, non avrei mai sentito il vento sul viso, non avrei mai potuto conoscere la felicità e l’amicizia.
Eppure

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Dalla loro parte I vostri articoli Veg*

L’innocente.

Lasciamoli vivere
Lasciamoli vivere

In occasione della Pasqua imminente riporto questo articolo già pubblicato sul mio blog.
In questo periodo mi viene sempre in mente una cosa raccontatami da mia mamma, un episodio accadutole nella sua infanzia.
Quando aveva circa cinque-sei anni le capitò di passare davanti ad una macelleria del suo quartiere, a Lugano, e appeso lì fuori vide il cadavere di un agnellino, a testa in giù, privato del suo bianco pelo, ridotto ad un involucro di carne pronto da fare a pezzi per il pranzo di Pasqua, eppure ancora così indubitabilmente un agnellino.

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Auspici animalisti per il nuovo anno

Il nuovo anno è da poco iniziato, questo 2012 su cui incombono oscure profezie apocalittiche. Ma dato che, probabilmente, mi auguro, il mondo non finirà, sarebbe bello che al posto dell’apocalisse cominciasse invece un processo di cambiamento in grado di sistemare un po’ di cose su questo nostro pianeta così bello ma sempre attraversato da moltissime ingiustizie e tragedie, ogni giorno sotto i nostri occhi.
Sarà utopico, ma è bello immaginare un mondo migliore, una società capace di riscoprire davvero la propria umanità, verso gli esseri umani, certamente, ma anche verso gli altri abitanti di questa terra, gli animali.
Un mondo migliore, finalmente, anche per loro.

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Dell’abitudine alla noncuranza

Mi capita spesso di pensare alla noncuranza con cui conviviamo con lo sfruttamento degli animali, e di come esso appaia ai più ineluttabile, una di quelle cose che sono sempre state così, e dunque semplicemente normali.

Nella nostra società è normale trovare nei negozi di alimentari pezzi di corpi animali, confezionati nelle classiche vaschette bianche chiuse dal cellophane. Dalle fettine agli spiedini, ai corpi spellati e privati della testa di quelli che fino a poco tempo prima erano dei conigli, alle cosce di pollo, fino addirittura al fegato o al cervello magari di un vitellino. E poi naturalmente tutti i salumi, che non fanno impressione neanche un po’, eccetto probabilmente la lingua, e che quindi si mangiano con ancor più noncuranza del resto della carne. E poi il banco del pesce, con tutti quei piccoli occhi tondi ormai ciechi, o i sacchetti di rete con le cozze ancora vive, nascoste nel loro guscio nero.

Fin da bambini, quando la mamma ci portava al supermercato, abbiamo imparato la noncuranza dalla noncuranza degli adulti intorno a noi.